Dalla nascita fino al 2009 

Forse la più grande innovazione di questo modello, che contribuì al suo successo planetario, fu la presenza di una carrozzeria portante, che sostituiva il telaio e che copriva integralmente il motore e le parti meccaniche principali, con i risultati di una protezione efficace dalle intemperie e del poter utilizzare finalmente la motocicletta con l'abbigliamento di tutti i giorni, sfatando la nomea della motocicletta che imbrattava il guidatore.

La posizione del motore consentiva la trasmissione diretta dal cambio alla ruota posteriore senza catena, che faceva parte della semplicità progettuale che ha favorito il successo planetario della Vespa.

La prima Vespa aveva una cilindrata di 98 cm3, motore a due tempi, tre marce, accensione a volano magnete, potenza max 3,2 cavalli a 4500 giri che consentivano una velocità massima di 60 km/h e il superamento di pendenze del 20%. . Costava all'epoca 68.000 lire e si comprava a rate in una concessionaria Lancia: questo perché nel '46 non era stata ancora creata una rete di distribuzione Piaggio[senza fonte].

Il prezzo di 68.000 lire, che oggi fa sorridere, equivaleva a diversi mesi di lavoro di un impiegato. Nonostante ciò, la possibilità del pagamento rateizzato fu uno stimolo notevole per le vendite: la Vespa è stato il primo impulso alla motorizzazione di massa in Italia, prima ancora dell'avvento dell'altra grande protagonista, la Fiat 500.

Vespa 125 Primavera del 1968

Anche i modelli successivi avevano rigorosamente motori a 2 tempi, cioè funzionanti con miscela di benzina e olio (in una prima fase al 6% e al 5%, successivamente al 2%). Il motore era sostenuto posteriormente dalla carrozzeria portante nelle vicinanze della ruota, il serbatoio situato anch'esso posteriormente dal lato opposto del motore e, perlomeno in alcuni modelli, con la presenza anche della ruota di scorta. Il cambio a 3 o 4 marce era comandato rigorosamente dal manubrio tramite la rotazione della manopola in blocco unico con la leva di comando della frizione.

Con questo modello si inaugura la caratteristica della posizione di guida con le gambe non più separate dal serbatoio e appoggiate su una larga pedana posizionata dietro lo scudo di protezione, caratteristica precipua che si ritrova anche negli scooter odierni.

La Vespa è stata prodotta con varie motorizzazioni. Dalla Vespa 50 cm3 (1963) (per uso dai 14 anni senza patente e rigorosamente senza passeggero), alle 125 cm3 che potevano ospitare anche un passeggero (in particolare il modello Primavera) guidabili in Italia a partire dai 16 anni, fino ai modelli da 150 e 200 cm3 autorizzate anche al transito autostradale.

Nonostante lo scorrere degli anni, Vespa rimane uno degli esempi di design industriale più riuscito al mondo. La sua linea, pur variando nel particolare, rimane inconfondibile nell'insieme: qualsiasi sia il modello, qualsiasi sia l'anno di produzione, le sue caratteristiche fondamentali rimangono impresse a tal punto che l'oggetto Vespa è identificabile in modo univoco. Tanto è vero che come conseguenza di questo successo, la parola Vespa oramai sta ad indicare un genere di veicolo: lo scooter.

L'unico scooter "rivale" dell'epoca degno di nota è stato la "Lambretta" della Innocenti, nata un anno dopo, ma che ha cessato di essere prodotta in Italia nel 1971.

Dal 2009 al... 

Oggi assistiamo ad un' altra forma di "divisione interna", tra i sostenitori della Vespa Classica con cambio manuale e motore a due tempi e chi preferisce la nuova Vespa senza cambio, e meno inquinante rispetto ai modelli precedenti. La Vespa PX, ultimo modello a mantenere le impostazioni classiche con motore a 2 tempi, è uscita dai listini ufficiali Piaggio a gennaio 2008, chiudendo forse definitivamente l'era della Vespa "classica".

Nel 2007 è nata la Vespa S, erede della Vespa 50 Special: la linea è fresca, i motori sono 4 tempi monoalbero raffreddato ad aria, eroga 10 cv a 8.000 giri/min.

Modelli Vespa a cambio automatico del 1999

Dopo una fase di mancato rinnovamento dei modelli che causò anche l'interruzione della presenza della marca nel mercato degli USA, all'inizio del XXI secolo, la Piaggio ha presentato una nuova serie di Vespa, con nuove motorizzazioni a 4 tempi e cambio automatico, oltre che con un ammodernamento della linea pur cercando di mantenere dei punti di contatto con la progenitrice.

Durante gli anni ne sono state prodotte moltissime versioni ma il "mitico" mezzo della Piaggio resta nella storia soprattutto per essere stato il veicolo utilitario di molte famiglie italiane nel secondo dopoguerra, prima dell'avvento delle automobili, rappresentando, di fatto, il mezzo della prima motorizzazione "di massa" in Italia.

È anche uno dei mezzi a due ruote che per primi hanno consentito elaborazioni personali; famose le verniciature particolari, le selle personalizzate, l'aggiunta di cromature e tutto ciò che consentiva di poter avere un modello unico di cui dar sfoggio nei numerosissimi raduni dedicati in tutto il mondo a questa motocicletta. Tuttora esistono moltissimi fan club della Vespa anche al di fuori dei confini nazionali Italiani, così come è facile trovare moltissimi siti internet ad essa dedicati. Inoltre, come si può vedere dalle foto, vi sono state delle utilizzazioni poco ortodosse, per esempio l'aggiunta di sidecar o l'adattamento a un uso prettamente militare.

Dettagli dei modelli di Vespa 

Vespa 150 VBA 

Nel 1959, a seguito del rinnovamento della gamma, Piaggio mette in produzione la Vespa 150 VBA basato sul telaio di nuova concezione derivato dalla 125 del '58. Il modello VBA introduce una innovazione che diventerà il cavallo di battaglia della Vespa fino ai giorni nostri: il motore ad aspirazione a valvola rotante. La Vespa VBA ebbe una notevole successo e gettò le basi per tutti i modelli 125 e 150 cm3 degli anni 60.

Vespa 150 VBB1 

Nasce nel 1961, succedendo alla VBA della quale eredita il motore, che già aveva subito importanti modifiche,Viene introdotta la quarta marcia.Il motore della VBB1 ha un funzionamento con miscela al 2% di olio, permettendo costi di funzionamento ancora più bassi e un funzionamento più regolare, oltre a ridurre le emissioni ed avere una notevole affidabilità. Con poche modifiche, è ancora in produzione e utilizzato sulla Vespa 125 e 150 PX.

Vespa 160 GS [modifica]

La Vespa 160GS, prodotta dal 1962 al 1964, è il modello sportivo che va a sostituire la 150 GS. All'epoca rappresenta il modello di Vespa con cilindrata più alta mai prodotta. Rispetto alla Vespa 150 GS gode di telaio e motore completamente nuovi, una inedita sospensione anteriore in cui l'ammortizzatore integra la molla (soluzione che verrà poi ripresa su tutti i modelli Small Frame e sulla serie PX), ruota di scorta integrata sotto la pancia sinistra, un inedito cassettino portaoggetti ricavato posteriormente. Quest'ultimo, è peculiarità esclusiva dei primi esemplari prodotti, oggigiorno identificati come "160 GS prima serie". Nella serie successiva verrà adottato, per la prima volta, il bauletto anteriore, fissato sul retro dello scudo. Rappresenta il meglio della produzione: è veloce ed elegante, raggiunge 103 km/h di velocità massima, grazie ad 8,9 cv di potenza massima.

Veniva prodotta in un'unica tinta grigio chiara e con sella abbinata. Verrà sostituita nel '64 dalla Vespa 180 SS.

Vespa 180 SS [modifica]

Denominata vespone, la Vespa 180SS, prodotta dal 1964 al 1968, è il modello sportivo che va a sostituire la 160 GS. All'epoca rappresenta il modello di Vespa con cilindrata più alta mai prodotta. Era alimentata con miscela al 5%, aveva la ruota di scorta posizionata sotto la pancia sinistra e furono adottati sia il bauletto anteriore, fissato sul retro dello scudo che il manubrio e faro trapezoidale della 150 GL. Rappresenta il meglio della produzione: è veloce, confortevole ed elegante, raggiunge 105 km/h di velocità massima, grazie ad 10 cv di potenza massima. Oggi è una delle Vespe più ambite dai collezionisti.

Vespa 90SS

Vespa 90 SS dove SS sta per Super Sprint, è una versione prodotta dal 1966 al 1971 in 5309 esemplari ed è stata l'icona dello scooter sportivo di un'intera generazione. Aveva una cilindrata di 88,5 cm3 e 6 cv a 6000 giri/min. Si preferiva all'epoca la versione 50 (per la mancanza di patente) o la 125 (per la maggiore potenza). Fu perciò un fallimento in quanto pochissimi modelli furono venduti e tutt'oggi è una tra le Vespe più ricercate.

Caratteristico il manubrio sportivo, la ruota di scorta montata centralmente sul ponte e sovrastata da un finto serbatoio con sopra una specie di cuscino utile per raggiungere la posizione sdraiata da pista. Veniva prodotta per il mercato italiano in due colori, il rosso e il blu pavone, il primo in due tonalità, per i mercati esteri venne prodotta anche in livrea bianca,ci fu anche una piccola produzione di vespa 50 ss che aveva lo stesso telaio della sorella maggiore (cioè con il finto serbatoio, il manubrio sportivo e lo scudo "aerodinamico") ma con un motore depotenziato.

Vespa 125 Primavera 

La Vespa 125 Primavera uscì nel 1968 per sostituire la Nuova 125. Aveva un motore da 121 cc con accensione a puntine e fu prodotta in tre serie: la prima aveva il fanale posteriore tipo 90 SS,mancava il baulettino nella chiappetta opposta e presentava scritte in corsivo primavera sia davanti che dietro, la seconda stesso fanale ma scritte sempre in corsivo ma davanti compariva la scritta vespa, la terza, uscita assieme alla ET3, stesse scritte ma fanale di nuovo disegno. Ebbe successo sul mercato grazie alle prestazioni brillanti e alla linea che piacque a tutti, anche alle ragazze. Uscì di produzione nel 1982, assieme alla ET3.

Vespa Rally 180 

Nata nel 1968 con telaio n° VSD1T 001001 e prodotta fino al 1973 VSD1T 0027495 montava una marmitta ad alto rendimento ma molto silenziata crogiuolo di tecnologia per l'epoca; carburatore Dell'Orto SI20/20. Disponibile in quattro colori: -Giallo positano -Giallo arancio -Giallo cromo -Argento met.

Vespa Rally 200 

Vespa Rally 200

La Vespa Rally 200, modello derivato dal 180 rally, è uno scooter studiato per gli spostamenti veloci. Fu il modello di Vespa più veloce e potente mai prodotto da casa Piaggio, prodotta dal 1972 al 1979 vantava una velocità di ben 116 km/h e ben 12 cv.

La linea della 200 (successiva al 180) era arricchita da strisce adesive di colore bianco sui cofani e sul parafango, che andavano ad indicare il pregio dell'elettronica (c'erano le scritte electronic) di cui era priva l'antenata 180.

È stato uno dei modelli ad essere dotato di accensione elettronica e come optional vantava il miscelatore automatico.

Vespa 125 ET3 Primavera 

La Vespa 125 ET3 Primavera nasce nel 1976 affiancando un modello già in produzione, la Vespa 125 Primavera. Da questa la ET3 si differenzia da un punto di vista tecnico grazie ad una nuova accensione elettronica gestita da centralina Ducati, non più a puntine platinate. Questo, oltre a garantire una pronta accensione in ogni condizione, permette al motore di "girare" agli altri regimi con maggiore regolarità a tutto vantaggio delle prestazioni.

Altra novità è la presenza di tre travasi nel cilindro anziché due (ET3=Elettronica 3 Travasi) che danno alla Vespa ET3 più spunto e maggiore velocità di punta. Una nuova marmitta "a siluro" simile a quella già montata da Piaggio sulla 90SS, una sella più accogliente e gli adesivi laterali con la scritta "Electronic" completano la nascita di questo modello, tra i più amati grazie alle sue caratteristiche di agilità, potenza ed estetica riuscita. Resterà in produzione fino al 1982.

Vespa PX125, 150, 200 

Vespa PX 200

Il modello Vespa "Nuova Linea", anche chiamata "P-X" fu una grande rivoluzione in casa Piaggio. Concepita nel 1977 da subito nelle tre motorizzazioni classiche per Piaggio, 125, 150 e 200, la PX incarnava "la vespa del futuro": nuova carrozzeria, diversa piega del manubrio, forcella anteriore rivisitata con dispositivo antiaffondamento, agile e scattante riscosse subito molto successo tra il pubblico giovane.

Le prime PX non avevano indicatori di direzione, non obbligatori al tempo, ma che erano disponibili come accessorio. Diventeranno di serie già dal 1980. Per tutte era disponibile l'accensione elettronica in serie ed in opzione il miscelatore automatico della benzina. Rimasta pressoché invariata fino a tutto il 1999, a parte modifiche di dettaglio introdotte con la serie "Arcobaleno" della fine del 1984 e nuove colorazioni tempo per tempo introdotte, nel 1999 arriva la modifica più attesa: il freno anteriore a disco. Unito al miscelatore automatico di serie ed al faro alogeno anteriore sono le modifiche più importanti in tutto l'arco di produzione del modello. Tutte dotazioni che ne hanno aumentato la sicurezza attiva (la vespa ora frena e illumina la strada...) e l'affidabilità. È uscita di produzione nel febbraio 2008 dopo 30 anni di gloriosa carriera, più per scelta del produttore che per la acclarata difficoltà di omologare euro 3 i motori. Resta il fatto che da allora l'immagine della Vespa PX è conservata dalla sua emanazione indiana LML che, importata anche in Italia, è omologata euro 3 e non risente di particolari limitazioni motoristiche. Prima del ritiro dal mercato della versione PX, la Piaggio ha prodotto una tiratura limitata a 1000 esemplari del P125X in livrea bianca e con una targhetta di identificazione riportante la dicitura "P125X Ultima Serie" ed il numero progressivo. Venduta a 4500 euro è andata esaurita nel giro di due settimane, a conferma della passione verso questo mezzo

Vespa PK125S 

La Vespa PK è considerata la legittima erede, rivista in chiave estetica anni '80 della Vespa Primavera, e della quale monta lo stesso gruppo termico. Prodotta dal 1982, e dal 1984 con anticipo all'accensione "Elestart", caratterizzata dalla sigla "electronic" sulla pancia sinistra. È considerata a tutti gli effetti una vespa "small frame", ma non essendo piccola come il 125 Primavera o la 50 Special è adatta ai vespisti di qualunque altezza. Esiste una versione base, distinguibile dall'assenza della S nella sigla, che non ha le frecce e il cofano portaoggetti dietro lo scudo. Si trova anche con cilindrata di 50 cm3, con la sigla PK 50S, inoltre esistono delle serie successive, riviste nell' estetica nella parte centrale dello scudo, che termina molto più sottile, nel cruscotto, ammodernato nella strumentazione, che nella versione originale comprende esclusivamente tachimetro spia degli abbaglianti e degli indicatori di direzione, e nella parte posteriore, dove le luci posteriori sono integrate in una scocca di plastica e dalle gemme delle freccie molto sottili: questa serie è denominata PK-XL. esiste una limitatissima serie sperimentale uscita in pochissimi esemplari con accensione elettronica miscelatore e parzializzatore automatici e variatore automatico, considerata avanzatissima per l'epoca.

Caratteristiche tecniche: motore 2 tempi, cilindro da 121 cc inclinato a 45° alimentato a miscela di benzina e olio al 2% per gravità,raffreddato ad aria forzata, carburatore Dell'Orto sbhc 19/19,filtro aria a secco, avviamento a pedale con sistema elettronico di gestione della anticipo su alcuni modelli, cambio a manopola 4 rapporti con frizione a secco, freni a tamburo anteriore e posteriore cerchi da 10 pollici, pneumatici 3.00-10r. Come tutte le vespe con cambio manuale non ha tramissione secondaria, ma la ruota di trazione è imperniata direttamente sull'albero motore in uscita dal cambio.

Vespa P125ETS 

La Vespa P125ETS, prodotta dal 1984 al 1986, fu la Vespa "small-frame" più potente mai prodotta: si può dire che sia l'erede della famosa Primavera ET3. Le novità di questo modello furono molteplici, come ad esempio il freno anteriore a tamburo a doppia oliva, per una maggiore frenata, o il fanale anteriore di diametro maggiorato. Ma le novità più grosse riguardano il motore: cilindro in ghisa con fasi alzate, carburatore SHBC 20 L, marmitta ad alte prestazioni (simile al siluro della ET3), albero anticipato (inoltre aprendo i carter motore si noterà che il maggiore anticipo non è dovuto soltanto all'albero motore ma anche per la valvola sul carter allungata verso il basso), un accoppiamento conico albero/volano maggiorato da 20mm (visto poi su tutte le altre Vespe PK) e una sede cuscinetto da 24mm per aumentare sensibilmente l'affidabilità. L'unica Vespa 125 più potente e veloce fu solamente la Vespa T5.

Vespa 125 T5 

Vespa T5

Il modello T5 fu costruito dal 1985 al 1989. Era un modello sportivo, costruito sulla base della Vespa PX, dalla quale differiva per il faro anteriore rettangolare, il cupolino in plastica sul manubrio, la coda più verticale, per la strumentazione più grande con contagiri elettronico, per una crociera del cambio modificata al fine di evitare i forti tac durante le cambiate veloci, per il nasello davanti più appuntito, per la corsa più corta di quella del PX (52mm contro 57mm), per i cuscinetti di banco a rulli invece che a sfera e, differenza più importante, i 5 travasi del cilindro invece di 3 (da qui il nome T5). Inoltre era molto aerodinamico, grazie a una serie di modifiche come il parafango più piccolo, l'estrattore d'aria alla base delle scudo ed il cupolino. I primi esemplari prodotti funzionavano a miscela benzina/olio (al 2% di quest'ultimo) con l'opzione di poter adottare il miscelatore automatico; in seguito il miscelatore divenne di serie. In una seconda fase della produzione, la casa madre introdusse gli specchietti retrovisori direttamente nella struttura del manubrio, mirando a garantire una maggiore efficienza alla visione posteriore rispetto a quella che era possibile ottenere grazie ai poco efficienti retrovisori prodotti da talune aziende operanti nel settore dei ricambi "after market". La velocità massima della T5 era di 108 km/h, che si raggiungevano con una relativa facilità, anche grazie alla curva di erogazione della potenza piuttosto appuntita. Di converso, la T5 non era particolarmente brillante in ripresa, mostrando un'evidente pigrizia a prendere giri nei regimi bassi ed intermedi, per effetto del che si era costretti a scalare una marcia per mandare il motore "in coppia". Alle buone prestazioni complessive del motore, faceva paio un discreto equilibrio complessivo del telaio, adeguatamente assecondato da freni (a tamburo) migliorati nell'efficienza rispetto a quelli della Vespa da cui derivava. Abbastanza elevati - sempre rispetto al modello di riferimento - erano i consumi di carburante. La Vespa T5 la troviamo anche nel videogioco GTA Vice City della Rockstar, inoltre è ancora usata da molte scuole-guida per gli esami pratici della patente a1 e a2.

Vespa 50 Special 

Il modello 50 Special fu prodotto dal 1969 al 1982. Si divide in tre serie: prima serie (1969-1971), caratterizzata da scritte identificative in corsivo posizionate in obliquo (Vespa 50 davanti, rispettivamente sopra e sotto, e Special dietro, sopra il fanale), nasello davanti e tettuccio fanale neri in plastica, ruote da 9" e tre marce; seconda serie (1972-1975), nella quale le ruote diventano da 10", il nasello e il tettuccio diventano grigi, le scritte diventano orizzontali in stampatello minuscolo, quindi scritta Vespa davanti, 50 Special dietro (anche se i primissimi esemplari avevano ancora le scritte vecchio tipo), mantenendo le tre marce, e terza serie (1976-1982), con la sola modifica del cambio, passato da tre a quattro marce. Caratteristica di tutte le serie è la sella a gobbino sostituita però da molti con quella lunga dell'ET3 per motivi di comodità della sella stessa. Fu uno dei simboli degli anni '70 ed ebbe un grandissimo successo di vendite: le ultime serie, in particolare, erano (e sono) tra i mezzi preferiti per le elaborazioni meccaniche perché a partire dal 1978 vennero installati dei rinforzi sotto al telaio e quindi è più robusto rispetto alle serie precedenti.

Vespa 50 HP 

Vespa 50 HP

La Vespa 50 HP è stata prodotta dal 1991 al 1999, precisamente: il modello 3 marce dal 1991 al 1993 il modello 4 marce dal 1993 al 1999. A differenza delle Vespe 50 del passato monta numerosi pezzi in plastica, come il parafango, il bordino sotto-sella e la calandra posteriore (esteticamente una continuazione della sella). È tutt'ora considerato il modello 50 tecnicamente più avanzato e performante (anche per il fatto di essere stato l'ultimo della lunga dinastia con motore a marce), montava infatti di serie il gruppo termico in alluminio, oltre che ad un carburatore leggermente maggiorato (da 16:10 a 16:12, come altre versioni PK). Era dotato anche di un motorino di avviamento, già introdotto con i modelli N e V negli anni precedenti. Di serie era anche l'albero motore anticipato e il volano più leggero mai prodotto, che pesava solo 1,35 kg. Fu la Vespa dei giovani degli anni '90; segnò però la fine della produzione delle Vespe 50 in quanto non poté adeguarsi alle normative anti-inquinamento Euro 1.

Vespa 50 V 

È quasi totalmente la gemella della 50 HP (anche se la precedette) se non per la mancanza del pedale di avviamento (l'indipendenza dall'antiquato pedale d'avviamento era allora ritenuta un'importante novità), e lo specchietto, che aveva la base più grossa. Essa infine non aveva tutte le migliorie tecniche per quanto riguarda il motore che erano state apportate alla HP, sebbene utilizzasse comunque il carburatore 16:12

Modello della Vespa LX

Vespa LX 

Uscita in occasione del sessantenario della nascita del marchio Vespa, il modello LX riprende esteticamente le linee dei vecchi modelli in versione moderna. Sono presenti 4 motori per questo modello: un 2 tempi da 50 cm3 e tre 4 tempi da 50, 125 e 150 cm3; tutte le motorizzazioni montano un serbatoio da 8,6 litri nella scocca. L'intera carrozzeria è completamente in acciaio per dare più robustezza al veicolo e quindi per rendere maggiore la precisione di guida. Tecnicamente presenta un monobraccio laterale di derivazione automatica nella sospensione anteriore con ammortizzatore idraulico a doppio effetto e posteriormente una sospensione con monoammortizzatore idraulico a doppio effetto. I cerchi ruota sono a cinque razze e presentano un diametro della ruota anteriore fino a 11" mentre in quella posteriore fino a 10". Per migliorare le prestazioni di frenata il freno a disco anteriore è stato realizzato in acciaio inox con un diametro di circa 200 mm ed è stato equipaggiato con pinza a due pistoni contrapposti con comando idraulico e presenta un tamburo posteriore dal diametro di 110 mm. Inoltre, per attenersi alle norme antiemissioni, è stato migliorato il sistema catalizzatore attraverso il sistema di recupero aria secondaria SAS.

La Vespa e i media 

Un'immagine del film Vacanze Romane (1953)

La Vespa e il Piaggio P.108 [modifica]

In genere si ritiene che il famoso scooter sviluppato dalla ditta di Pontedera nel 1946 sia intimamente collegato al grande aereo quadrimotore, in quanto:

  • Le ruote della Vespa sarebbero i ruotini di coda del quadrimotore;
  • Il motore della Vespa sarebbe un motorino di avviamento dei motori radiali dell'aereo;

I due fatti in realtà sono solo due leggende metropolitane. Per la precisione, i motori radiali Piaggio, come buona parte dei motori italiani di quel periodo utilizzavano l'aria compressa proveniente da una bombola caricata da un "aviocompressore" Garelli, con caratteristiche diverse da quelle dei primi motori apparsi sulla Vespa. Negli archivi della Piaggio non vi è inoltre traccia di utilizzo di componenti aeronautici nel motociclo. Anche se nessun pezzo deriva da quello di un aereo, di "aeronautico" vi è comunque l'ideatore, Corradino D'Ascanio, ed il supporto "monotubo" della ruota anteriore, derivato da quello dei carrelli degli aerei. Anche la struttura portante in lamiera della Vespa è collegabile ai "Rivestimenti lavoranti", impiegati nel settore aeronautico.

Raduni, gincane, gare di regolarità e non solo... [modifica]

I Vespa Club furono un importante veicolo promozionale della Vespa. Prima in Italia e poi in tutta Europa si organizzavano raduni, gincane e gare di regolarità riservate alla Vespa. Quelle di maggiore importanza in Italia furono il giro dei tre mari e le 1000 KM con partenza ed arrivo nella stessa città ed in prova unica. Nei primi anni in cui si disputarono le 1000 KM si chiamavano "audax" proprio per evidenziare le difficoltà del percorso rispetto al mezzo. Alcuni concorrenti denominati "corsari" in barba al regolamento che ne prevedeva la squalifica facevano vere e proprie gare di velocità. Nel 1953 Ferdinando Nesti, un collaudatore della Piaggio, stabili il record alla incredibile media di 73,011 km/h [1]. Fu disputato anche un vero e proprio campionato italiano con prove di circa 200 km in tutta Italia. La media oraria da tenere in queste prove su strade aperte al traffico era di 45 km/h, non poco. Tra il 16 e 19 giugno 2006 si è tenuto presso Torino l'Eurovespa, il raduno internazionale che ha una lunga storia alle spalle. Quest'ultimo è stato il raduno organizzato in occasione del 60° compleanno della Vespa ed è stato anche quello dei record: 3000 gli iscritti più 1000 non iscritti per un totale di ben 4000 esemplari venuti da tutta Europa e da alcuni angoli remoti della terra come quelli dei Vespa club di Taiwan.

Invece, dal 14 al 17 giugno 2007, si è tenuto a San Marino il Vespa World Days, un raduno internazionale che ha contato circa 5.000 motocicli, venuti da ogni parte d'Europa e del mondo: Belgio, Francia, Spagna, Germania, Canada e Stati Uniti, per citarne qualcuno. Nel 2008 il Vespa World Days si è tenuto a Cefalù, Sicilia, dal 24 al 27 aprile.